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Come Lucidare L’auto: La Rimozione Dei Difetti

Come lucidare l’auto: la rimozione dei difetti

La correzione dei difetti è la fase più importante, al punto da coincidere con il nome che identifica l’intero processo: la lucidatura.

Lavaggio e decontaminazione, per quanto contribuiscano al miglioramento delle condizioni della carrozzeria, sono soprattutto passaggi funzionali all’intervento che determinerà il risultato finale. Se fino a qui avete compiuto tutti i passi giusti, avrete già effettuato anche l’analisi della superficie, mappato le varie tipologie di difetti presenti e quindi avrete le idee chiare su cosa e come agire. Non vi resta che mettervi all’opera.

Come lucidare l'auto: la correzione dei difetti - Il ciclo completo

Come lucidare l’auto

Correzione dei difetti: il ciclo completo nel fai da te

Come abbiamo visto nell’articolo dedicato all’analisi della superficie, un ciclo di correzione completo, finalizzato ad eliminare tutti i difetti della vernice, è composto di tre fasi:

  1. Rimozione dei difetti profondi
  2. Rimozione dei difetti medi
  3. Rimozione dei difetti superficiali

Tali attività, se svolte da un professionista, vengono eseguite in sequenza secondo quest’ordine. La ragione è semplice: l’eliminazione dei segni più profondi richiede l’utilizzo di abrasivi aggressivi che generano segni più lievi che, a loro volta, devono essere rimossi con passaggi di grane abrasive sempre più fini.

Sarebbe illogico quindi partire dai difetti superficiali per poi trovarsi, subito dopo, a doverne eliminare altri generati dall’azione di eliminazione dei graffi più profondi.

Per quanto illogica, però, questa è proprio la modalità che consigliamo agli utenti del fai da te meno esperti, che non hanno ancora competenza, sensibilità e manualità sufficienti per riconoscere e gestire, con assoluta padronanza, tutte le tipologie di difetti che possono essere riscontrati sulla propria auto.

Adottate un approccio conservativo, iniziate ad affrontare i graffi superficiali, valutate passo dopo passo gli effetti sul supporto trattato ed i risultati ottenuti e quindi decidete se è necessario compiere una azione più energica o se va bene così.

Inizieremo quindi a descrivere le tecniche e gli strumenti operativi partendo dai difetti superficiali e lasceremo per ultimi quelli profondi, che consigliamo di affrontare solo ad utenti veramente esperti.

In ogni caso, ci sono due precondizioni che dovrete sempre osservare:

  1. Lavorate con buone condizioni di illuminazione (ma mai al sole)
  2. Passate sempre un panno in microfibra sull’area su cui state per operare al fine di essere certi che non vi siano residui di polvere che potrebbero produrre graffi alla vernice durante l’azione di correzione
Come lucidare l'auto: la correzione dei difetti - difetti superficiali

Come lucidare l’auto

La rimozione dei difetti superficiali: 6 consigli utili

Le imperfezioni tipiche di questa categoria sono gli “swirls”, i classici graffi concentrici generati da lavaggi e asciugature non correttamente eseguiti.

Delle tre fasi, questa è l’unica che, a nostro parere, può essere anche affrontata attraverso la sola azione manuale, senza l’utilizzo di una lucidatrice, con un accettabile risultato finale.

1. L’abrasivo da utilizzare è un prodotto a ridotto potere mordente.
Se eseguite la rimozione a mano evitate i cosiddetti “polish di finitura”: rischiate di ottenere solo una migliore pulizia del supporto, ma con risultati correttivi molto scarsi, a meno che non stiate trattando graffi appena accennati.

2. Per lucidare a mano, utilizzate un tampone (pad) in schiuma o microfibra.
Una buona soluzione è quella di sceglierne uno ad azione combinata, utilizzabile su due lati: uno più morbido per la finitura ed uno più duro per una azione più aggressiva.

3. Movimenti circolari e pressione omogenea.
Applicate sul lato morbido del tampone alcune gocce di prodotto ed effettuate dei movimenti circolari cercando di mantenere una pressione omogenea. Concentrate l’azione su una superficie più o meno di 20×20 cm.

4. Verificate il risultato.
Continuate a lavorare sull’area fino a quando il prodotto sul tampone non sarà esaurito.
Rimuovete i residui sulla carrozzeria utilizzando un panno sempre e solo in microfibra e verificate il risultato ottenuto.

Se non è apprezzabile, ripetete l’operazione utilizzando il lato più duro. Inoltre potete valutare l’opportunità di utilizzare un abrasivo più aggressivo, soprattutto se vi accorgete di essere molto lontani dall’obiettivo prefissato.

5. Si parte sempre dal cofano.
Iniziate sempre dal cofano. Su questa superficie un buon risultato è più evidente: meglio lavorarci quando si è ancora freschi, di braccio e di mente.

6. Attenzione al colore della carrozzeria.
Infine prestate attenzione al colore della vostra auto: se è scura prudenza e approccio conservativo sono fattori ancora più importanti.

Come lucidare l'auto: la correzione dei difetti - Lucidatrice rotorbitale

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I vantaggi della lucidatrice rotorbitale nella rimozione dei difetti

La rimozione dei difetti con una lucidatrice rotorbitale è, senza dubbio molto meno stancante, più rapida ed efficace. L’utilizzo di questo strumento vi permette, inoltre, di spingervi un po’ più in là nell’obiettivo e di affrontare con successo anche alcuni difetti più profondi.

Una precisazione prima di approfondire l’argomento

Su molti siti, blog, forum ed articoli dedicati alla lucidatura, si parla della lucidatrice rotorbitale come se fosse la panacea di tutti i mali.

In Carrozzeria Golgi realizziamo in media 15 interventi di detailing al mese – e disponiamo, di conseguenza, di una più che discreta casistica – ma non ci è mai capitato di ottenere un risultato del tutto soddisfacente con il solo utilizzo di una lucidatrice rotorbitale, a priori dei tamponi o degli abrasivi utilizzati.
Questo nonostante utilizziamo quello che è, probabilmente, il prodotto professionale più performante presente oggi sul mercato.

Ma per gli utenti del fai da te (che non mirino alla perfezione di un detailer professionista) imparare ad utilizzare con efficacia una lucidatrice rotorbitale insieme al corretto abbinamento tampone/abrasivo, in funzione delle condizioni della vernice, può essere considerato un grande traguardo.

Una lucidatrice rotorbitale lavora con due movimenti, quello rotatorio a quello oscillante. Ciò unisce l’azione abrasiva incisiva al ridotto riscaldamento della superficie che è condizione indispensabile per evitare l’ammorbidimento del trasparente e la creazione degli ologrammi che, poi, sono i segni di carteggiatura.

Le 5 caratteristiche principali di una lucidatrice rotorbitale

Una lucidatrice di buona qualità può fare la differenza; ecco quali elementi vi consigliamo di valutare all’acquisto.

  1. Movimento rotorbitale ampio ma ridotte vibrazioni. 
    Per contenere i tempi di lavoro garantendo il migliore confort all’operatore.
  2. Regolazione elettronica della velocità.
  3. Capacità di mantenere costante la velocità indipendentemente della pressione esercitata sul supporto.
  4. Accelerazione progressiva controllata per evitare di disperdere l’abrasivo sulla superficie da lucidare
  5. Buon bilanciamento del peso ed impugnatura ergonomica

L’utilizzo della lucidatrice rotorbitale consente un’ampia scelta nelle combinazioni tampone/abrasivo. Per quanto riguarda le tipologie di abrasivo (compounds/abrasivi medi/abrasivi di finitura) vi rimandiamo all’articolo già pubblicato (Prodotti per lucidare l’auto: quali e come scegliere)

Se siete all’inizio sarà necessario provare più soluzioni che siano adatte alla vostra auto ed alle vostre capacità, ma quando sarete esperti è molto probabile che vi troverete a lavorare con non più di 2 prodotti.

La scelta dei tamponi: meglio quelli in spugna o in microfibra

Per quanto concerne i tamponi per rotorbitale sul mercato se ne trova una tipologia infinita. In linea di massima consigliamo quelli in spugna o microfibra.

Questi ultimi generalmente hanno un maggiore potere abrasivo rispetto ai primi e, quindi, devono essere usati con più attenzione.

Sconsigliamo, invece, l’utilizzo di tamponi in lana più adatti all’uso con lucidatrice rotativa.

Per quanto riguarda la dimensione, se siete neofiti vi consigliamo una taglia intermedia che offre maggior controllo e precisione soprattutto se agite su un area piccola. Se avete più esperienza e disponete di una lucidatrice di buona qualità e ben bilanciata potete, invece, optare per quelli più grandi di diametro 180 mm. Impiegherete meno tempo.

Noi vi consigliamo di puntare su un set che comprenda un tampone morbido per la finitura, uno intermedio ed uno duro per la rimozione di difetti relativamente più gravi. 

Un ulteriore accorgimento è quello di tenerne sempre a disposizione tre o quattro per tipo. Per ottenere migliori risultati è buona prassi, infatti, cambiare il tampone abbastanza spesso durante la lucidatura, lasciando raffreddare ed asciugare quello sostituito prima di riutilizzarlo. Inoltre, è meglio se non si utilizza lo stesso tampone con abrasivi diversi.

Ma qual è la giusta combinazione di tampone e abrasivo con cui cominciare?

Se la vernice non è molto rovinata il nostro consiglio ai meno esperti è quello di adottare un approccio prudente: iniziate abbinando un tampone di durezza media con un abrasivo a ridotto potere mordente.

In ogni caso, per la vostra scelta, tenete sempre in considerazione che la tipologia di abrasivo incide sempre più della durezza del tampone nel determinare il grado di taglio: un tampone morbido con grana media è più aggressivo di un tampone medio con grana fine.

Se iniziate ad eliminare i graffi superficiali vi potrebbe capitare con facilità di scoprirne altri più profondi che, prima, non erano visibili e che potrebbero suggerirvi di modificare la strategia di intervento.

Come eseguire un intervento corretto con la lucidatrice rotorbitale

  • Dopo avere pulito alla perfezione con un panno in microfibra l’area di lavoro, iniziate distribuendo alcune gocce di abrasivo sul tampone.
  • Con la lucidatrice ancora spenta, strofinate il tampone sulla superficie da lucidare selezionando un’area abbastanza ridotta (massimo 50×50 cm.).
  • Fate partire la lucidatrice ad un basso numero di giri e distribuite il prodotto su tutta l’area.
  • Alzate poi la velocità ad un valore medio ed iniziate a lucidare partendo dall’angolo superiore sinistro con un movimento regolare, abbastanza lento, esercitando una buona pressione.
  • Potete scegliere un movimento orizzontale o verticale, dipende da come vi trovate meglio, ma è importante mantenete la stessa direzionalità per tutto il ciclo di lavoro.
  • Per un risultato davvero uniforme ad ogni passaggio successivo, orizzontale o verticale che sia, fate attenzione a mantenere una sovrapposizione di almeno un terzo rispetto alla superficie già trattata.
  • Mantenete il tampone sempre in piano: non lavorate mai “di taglio” o su uno spigolo; l’unico risultato che potreste ottenere è quello di rovinarlo e di graffiare la vernice.
  • Una volta coperta tutta l’area di lavoro, ripetete l’operazione con l’accorgimento di partire dall’angolo opposto rispetto a quello iniziale. Questa volta, però, aumentate la velocità ed esercitate una minore pressione sulla lucidatrice.
  • Terminato il secondo passaggio ripulite il supporto con un panno in microfibra e valutate il risultato ottenuto. Se necessario, ripetete l’operazione.

È importante sapere che accanirsi su un difetto che non riuscite ad eliminare non serve a niente e, anzi, può procurare danni. Infatti, oltre ad una certa soglia di tempo, l’azione dell’abrasivo diventa inefficace. Potete provare ad aggiungerne altro e lucidare di nuovo, ma se ancora non ottenete il risultato sperato l’unica opzione è valutare l’utilizzo di un abrasivo più potente e di un tampone più duro.

In questo caso tenete presente che, in seguito, sarà necessario completare il lavoro con un passaggio di finitura (tampone morbido+abrasivo a ridotto mordente).

Durante le operazioni il tampone va controllato sempre: aggiungete abrasivo una volta consumato e, al termine di ogni sessione di lavoro, pulitelo con uno spazzolino facendo ruotare la lucidatrice a bassa velocità.

Come lucidare l'auto: la correzione dei difetti - Lucidatrice rotativa

Come lucidare l’auto

L’utilizzo della lucidatrice rotativa nella rimozione dei difetti di carrozzeria

Purtroppo non tutti i difetti sono eliminabili con il solo utilizzo di una lucidatrice rotorbitale.

Le lucidatrici rotative (con solo movimento circolare) abbinate ad un tampone in microfibra o in lana (meglio se merinos) agiscono con efficacia nella rimozione di difetti medi e medio-gravi, ma richiedono una manualità ed una esperienza d’utilizzo molto elevata.

L’elevato potere di taglio e la tendenza a scaldare molto il supporto trattato possono produrre con facilità, come indesiderata conseguenza, ologrammi e swirls profondi – soprattutto su determinate tipologie e colori di vernice – o, peggio ancora, la scopertura della base verniciante il cui unico rimedio è quello di riverniciare il pezzo danneggiato.

Una precisazione in tema di ologrammi

In commercio si trovano molti abrasivi, soprattutto polish di finitura, definiti come “antiologrammi“.
In realtà una buona parte di essi sono prodotti che contengono solventi o oli che svolgono la funzione di coprire o sigillare i segni rendendoli invisibili.

È un rimedio temporaneo: nel giro di qualche settimana (o al massimo di qualche mese) queste sostanze evaporano facendo ricomparire i graffi.

L’unico modo per eliminare gli ologrammi è quello di rimuoverli con una ulteriore azione abrasiva, più potente di quella che li ha generati. Se i segni sono superficiali è sufficiente l’azione della rotorbitale, ma se avete lavorato molto male potrebbe anche essere necessario carteggiare il supporto.

L’importanza della scelta dell’abrasivo nell’utilizzo della lucidatrice rotativa

L’abrasivo, infatti, impatta sulla tecnica di lucidatura. Le opzioni da valutare sono due:

  1. Prodotto con tecnologia SMAT.
    Si tratta di un compound i cui elementi abrasivi sono molto piccoli e stabili e mantengono la stessa dimensione durante tutto il ciclo di lavoro.
  2. Prodotto con tecnologia DAT.
    È composto da abrasivi che, una volta sottoposti ad un’azione meccanica, cominciano a diminuire fino a dissolversi completamente.

Entrambi hanno pregi e difetti che le tecniche applicative e l’esperienza possono valorizzare/lenire. Il risultato finale è abbastanza equivalente ma le modalità di utilizzo sono differenti.

  • Se usate un prodotto SMAT.
    La modalità è abbastanza simile a quella descritta in precedenza per l’utilizzo della rotorbitale. La velocità di rotazione del tampone va settata tra i 700 ed i 1000 giri/min durante il primo passaggio e fino a 2000 per il secondo.
  • Se usate un prodotto DAT.
    L’utilizzo della cosiddetta tecnica Zenith potrebbe aiutarvi ad ottenere un risultato migliore: prevede una partenza a velocità lenta per poi aumentarla in progressione per massimizzare la capacità di taglio dell’abrasivo e, quindi, di riabbassarla per migliorare la finitura. Cosa che potete comunque ottenere anche attraverso il successivo passaggio con una rotorbitale.

Con la lucidatrice rotativa, in ogni caso, velocità di rotazione e di spostamento della lucidatrice – oltre a tampone e abrasivo – sono le due determinanti chiave del risultato finale. Inoltre, non è necessario applicare pressione sulla testa della lucidatrice.

La pulizia del tampone, con questo strumento, è una precauzione ancora più importante. Soprattutto se ne utilizzate uno in lana: la polvere dell’abrasivo può impastarlo con una certa facilità creando, così, una superficie piatta che produce un effetto “smerigliatura”: ritrovarsi la superficie piena di swirls è una certezza, in questo caso.

Il lavoro di rimozione dei difetti con lucidatrice rotativa richiede sempre un successivo passaggio di finitura con la lucidatrice rotorbitale.

L’ultimo consiglio prima di iniziare: non usate mai una lucidatrice rotativa sui bordi della vettura. La probabilità di danneggiare la vernice è ancora più elevata rispetto alla rotorbitale.

Come lucidare l'auto: la correzione dei difetti - Carteggiatura manuale

Come lucidare l’auto

La carteggiatura per rimuovere rids e difetti profondi

La carteggiatura ad umido (wet sending) è un passaggio indispensabile per i rids e gli altri difetti più profondi che le tecniche con lucidatrice rotorbitale e rotativa non riescono ad eliminare.

Più ancora che per l’utilizzo della rotativa però, qui entriamo in un campo in cui la competenza e l’esperienza sono condizioni in assoluto indispensabili.

In realtà, la carteggiatura può essere utilizzata anche quale alternativa all’utilizzo della lucidatrice rotativa per tutti i difetti medi e gravi, ma su questo tema si riscontra un certo tasso di resistenza e contrarietà da parte di molti operatori del settore che non considerano questa opzione all’interno del ciclo di lucidatura.

Il principale fattore di resistenza è dovuto alla quantità di trasparente asportato attraverso tale tecnica che sarebbe superiore. Ed è senz’altro vero, ma di quanto?

Nella tabella sottostante sono riportati i valori di asportazione, espressi in micron (µm), con un buon prodotto per carteggiatura ad umido, relativamente alle grane più usate.

Come riferimento, considerate che una vettura nuova esce generalmente dalla fabbrica con uno spessore di trasparente di circa 50 micron.

Dimensioni Granaµm
10008-10
20003-8
30002-6
40002-4
50000-3

L’utilizzo di una grana 1500 è, di norma, sufficiente per rimuovere quasi tutti i rids ed i difetti più gravi e ciò comporta, se il lavoro viene bene eseguito, una riduzione dello spessore del trasparente tra i 6 e gli 8 micron.

Per l’eliminazione degli altri difetti medi basta una grana 3000, con un’abrasione media di 4 micron.

L’utilizzo di una lucidatrice rotativa produce una asportazione media di 2,5-3 micron. Ma se si lavora su difetti più profondi la quantità di prodotto asportato in quei punti aumenta.

Utilizzando un ciclo con una grana ad elevato mordente (1000-1500) per le sole aree in cui è necessario e una intermedia (3000) sul resto del pannello per l’eliminazione di tutti gli altri difetti si può effettuare un passaggio di finitura con una grana ridotta (6000). Il risultato permetterà di eliminare del tutto l’uso della rotativa e completare direttamente il lavoro con la levigatrice rotorbitale, senza traccia di segni di carteggiatura.

Stesso risultato ma un supporto più liscio, con meno buccia di arancia e, quindi, dall’aspetto finale più brillante.

Non è una scelta sempre conveniente, ma lavorando un supporto con molti difetti, di cui alcuni gravi, senz’altro è una opzione che, potendo, andrebbe presa in considerazione.

I riferimenti ai valori di asportazione attraverso la carteggiatura indicati sopra si riferiscono all’utilizzo dell’abrasivo con levigatrice rotorbitale. In realtà è possibile effettuarla anche a mano, se l’area è localizzata e abbastanza ridotta.

Al contrario, se si tratta di lavorare una superficie più ampia, su un supporto che presenta un numero elevato di imperfezioni, l’utilizzo della rotorbitale è senz’altro la soluzione migliore. Non è solo una questione di impiegare meno tempo quanto, soprattutto, di avere un maggiore controllo dell’azione svolta sul supporto per ottenere un risultato più omogeneo e di qualità migliore.

Per l’eliminazione dei microsegni, invece, è consigliabile:

  • per il lavoro iniziale un’azione combinata di mini tampone manuale con carta abrasiva più aggressiva
  • per la fase intermedia e la finitura una mini levigatrice orbitale con tampone e dischetti piccoli (Ø 75 mm.)

La mini levigatrice orbitale consente di allargare, pur mantenendo facilmente sotto controllo, l’area su cui vengono applicate le grane più fini; azione sempre necessaria quando si effettua la carteggiatura parziale di un pannello.

Al contrario della lucidatrice, la levigatrice deve avere un’orbita di oscillazione molto ridotta (ideale 3 mm.) tale da garantire un buon lavoro abrasivo ma contenere allo stesso tempo i segni di carteggiatura.

Un corretto utilizzo richiede di umidificare in abbondanza sia la superficie di lavoro che il supporto abrasivo che deve sempre rimanere lubrificato.

Come lucidare l'auto: la correzione dei difetti - Metodo professionale

Come lucidare l’auto

La lucidatura delle superfici da Carrozzeria Golgi

Auto già riverniciata? Lampada ad infrarossi prima di iniziare

Quando ci troviamo a trattare una vettura già riverniciata, soprattutto se di recente, utilizziamo sempre una lampada a raggi infrarossi per portare in evidenza eventuali segni di carteggiatura rimasti dalla precedente lavorazione.

L’azione dell’infrarosso consente la completa evaporazione di eventuale solvente rimasto al di sotto della pellicola superficiale del trasparente. Tale fenomeno genererà il cosiddetto difetto di puntinatura che è, comunque, eliminabile con la lucidatura, ma solo così abbiamo la certezza di non fare danni durante il successivo processo di lavoro.

Auto sempre pulita e tanta luce

La pulizia è un fattore fondamentale. Lavoriamo in una postazione con flusso d’aria verticale che mantiene la superficie su cui operiamo sempre libera da contaminanti.

L’elettricità statica che si produce con facilità durante la lucidatura la scarichiamo sempre a terra tramite uno specifico meccanismo per evitare che eventuali polveri in sospensione vengano attratte dalla carrozzeria.

Prima di ogni passaggio trattiamo l’area da lucidare con un getto di aria compressa ed un panno in microfibra. Sempre e comunque.

Anche l’illuminazione fa la differenza. Quella ambientale è a led, temperatura di colore naturale, con lampade posizionate in modo da rendere omogenea l’intensità luminosa senza zone d’ombra.

Per il controllo della superficie utilizziamo lampade portatili ad intensità regolabile e doppia opzione: luce calda (colori chiari) e fredda (colori scuri).

Sempre un pannello alla volta

C’è chi preferisce operare per cicli: prima carteggiatura di singoli punti, poi rotativa, infine rotorbitale.
In Carrozzeria Golgi il processo prevede la lavorazione pannello per pannello fino a quando il risultato non è soddisfacente.

Infatti, anche se si tratta della stessa auto, le condizioni del supporto sono spesso molto diverse e richiedono approcci differenti. Iniziamo sempre con le parti più complesse. Nel 90% dei casi il lavoro più impegnativo riguarda il cofano su cui spesso riscontriamo il set completo di tutti i difetti di verniciatura.

Più lucidatrice rotorbitale e meno rotativa

L’evoluzione tecnologica di lucidatrici, tamponi e abrasivi ha reso la lucidatrice rotorbitale uno strumento con prestazioni molto vicine alla rotativa dal punto di vista del taglio, e nettamente superiore nella qualità di finitura.

Rimane comunque abbastanza raro il caso in cui una vettura si possa trattare solo con la levigatrice rotorbitale, come ad esempio quando si effettuano interventi di protezione nanotecnologica di veicoli appena messi su strada, ma con la corretta tecnica ed il giusto tampone abbiamo ridotto drasticamente l’utilizzo della lucidatrice rotativa.

Carteggiare? Perché no!

Abbiamo appreso, attraverso le prove e l’esperienza sul campo, che entro un certo grado di difetti la soluzione della rotorbitale risulta migliore rispetto alla rotativa, anche se l’intervento richiede più tempo.

Ma abbiamo verificato anche come, oltre una certa soglia di gravità, i risultati più soddisfacenti si ottengono attraverso la carteggiatura. Senza considerare i graffi o i segni per cui non c’è proprio altra soluzione.

Ma quando è preferibile carteggiare un’area ampia o un intero pannello della vettura?

Secondo noi in tutti le circostanze in cui le condizioni del supporto siano tali per cui l’azione richiesta con la lucidatrice rotativa sarebbe comunque molto aggressiva.

Il differenziale di trasparente asportato, in questi casi, è decisamente ridotto, ma la qualità della lavorazione della superficie è chiaramente superiore: più omogenea e liscia, che si traduce in migliore riflettanza e più brillantezza.

Più tamponi, un solo prodotto abrasivo

In Carrozzeria Golgi utilizziamo diverse tipologie di tamponi, in microfibra e in spugna, ma, nel 95% dei casi, un solo abrasivo.

Si tratta di un prodotto molto tecnico, realizzato da un’azienda italiana che dispone di un laboratorio di ricerca e sviluppo molto evoluto, pur producendo quantità abbastanza limitate.

Le caratteristiche alla base della nostra scelta:

  • Permette di lavorare al meglio delle condizioni operative dato che non produce polvere e non macchia
  • È realizzato con tecnologia SMAT e mantiene costante e inalterata la sua efficacia durante tutto il ciclo di utilizzo
  • Se abbinato ad un tampone duro in microfibra ha un potere di taglio equiparabile ad un abrasivo di grana 1000/1500. Se abbinato ad un pad morbido in spugna ha un livello di finitura molto elevato.

Certo, contraddice la regola che allinea tipo di tampone e livello di aggressività dell’abrasivo (tampone duro > compound; tampone morbido > polish) ma per noi valgono più i risultati della teoria.

Il nostro consiglio per il fai da te è, soprattutto se siete all’inizio e state valutando i prodotti che dovranno comporre il vostro kit di lucidatura, di tenere in considerazione che una buona parte dei lucidanti presenti sul mercato sono ridondanti: vengono presentati in modo diverso ma fanno esattamente la stessa cosa. Altri sono, addirittura, inutili.

Inoltre, i marchi di lucidanti sul mercato sono di gran lunga superiori al numero di aziende chimiche che li producono…

In conclusione: conoscere alla perfezione le caratteristiche di un prodotto e massimizzarne l’efficacia vale tanto quanto la sua qualità.

Ologrammi e swirls nascosti? Sempre meglio controllare

I prodotti di lucidatura, anche quelli non specificati come “antiologrammi” (di cui abbiamo parlato in precedenza) contengono sostanze chimiche quali oli e resine che legano i componenti abrasivi e rendono più agevole e fluida l’applicazione. Se non si è lavorato l’abrasivo con i tempi giusti, oli e resine possono rimanere sul supporto e non sempre vengono eliminate in toto dalle operazioni di pulizia della superficie con microfibra.

Si otterrà una copertura “a tempo” dei difetti che in seguito torneranno ad emergere all’evaporazione delle sostanze o con i successivi lavaggi dell’auto.

Sul mercato esistono diversi pulitori in grado di risolvere questo problema. L’antisilicone è uno di questi ed è il prodotto scelto da Carrozzeria Golgi (ne facciamo già abbondante uso nel reparto di verniciatura della carrozzeria).

La pulitura della superficie con antisilicone serve per confermare l’effettiva eliminazione di tutti i difetti dalla vernice e a preparare la vettura alla fase successiva del nostro processo di lucidatura: la protezione nanotecnologica.

Non solo controllo visivo

Oltre all’ispezione con la lampada, alla verifica con l’antisilicone per evidenziare ologrammi, aloni o swirls nascosti utilizziamo due ulteriori strumenti per valutare e certificare la qualità del lavoro eseguito: lo spessimetro ed il glossmetro.

  • Lo spessimetro permette di misurare la quantità di trasparente asportato
  • Il glossmetro per controllare il risultato finale in termini di brillantezza

Il risultato del glossmetro è da valutarsi in termini differenziali (prima/dopo la correzione dei difetti) dato che ogni colore ha capacità di riflettanza diverse.

Perché questo controllo prima del trattamento nanotecnologico?

La risposta è semplice. Il protettivo che utilizziamo non svolge la funzione di aumentare il gloss della vernice, ma se anche lo avesse, il vero risultato dell’intervento si misura qui. Tutto ciò che viene aggiunto dopo è artificiale.

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